il mulino natante

Il Mulino Natante è un’appendice esterna del museo del Po. Il progetto di realizzazione del mulino nasce dalla volontà del comune di Revere di far conoscere agli utenti locali e ai visitatori le tradizioni della civiltà molitoria e a completamento di questa iniziativa il mulino è in grado di produrre farina da una filiera biologica.

I mulini natanti sono un elemento caratteristico della pianura padana e del nord Italia dove fin dal medioevo se ne attesta la presenza lungo il Po e l’Adige. Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 era punto di riferimento della vita sociale ed economica del paese. Il mulino natante è ora posto a documentazione degli oltre 300 che esistevano sul Po da Cremona alla foce dall’XI al XX secolo. La loro presenza inizia a diminuire già nei primi del ‘900 quando, a causa della comparsa sui fiumi di battelli a vapore e rimorchiatori, non venne riconfermata l’utenza, la concessione delle acque e venne fatto obbligo di smantellamento di tutti i mulini.

I mulini natanti nascono da un riadattamento della struttura tradizionale del mulino: le ruote diventano più ampie per riuscire a raccogliere meglio la forza delle correnti e vengono introdotti numerosi meccanismi moltiplicatori dell’albero a motore. Essi erano costituiti da una struttura in legno, posizionata su due o tre scafi galleggianti e ospitavano un numero variabile di ruote.

Alcuni mulini accoglievano anche gli alloggi per il mugnaio e la sua famiglia. La struttura principale sorregge le ruote e la capanna di legno, dove venivano collocate le materie prime per la macinazione e gli strumenti necessari. Il mulino natante di Revere è collocato sulla riva destra del Po, accostato ad uno dei pontili d’attracco galleggianti. È composto di una struttura portante costituita da due scafi, detti anche sandon, collegati da traverse di acciaio e parte della struttura portante è coperta da fasce in legno di larice. Nel mulino si macinavano soprattutto mais e frumento.

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