La mostra è stata inaugurata a maggio del 2016 e raccoglie i reperti e le informazioni riguardanti il Neolitico nel Mantovano Orientale. Lo spessore della esposizione risiede nel fatto di aver reso possibile una consistente estrapolazione di importanti dati sull’occupazione e lo sfruttamento del territorio, nonostante i materiali, risultassero danneggiati o incompleti e provenissero soprattutto da ricerche che, del periodo in esame, sono state del tutto occasionali fino agli anni ’70 del secolo scorso. Infatti, solo col nuovo millennio sono stati condotti scavi scientifici e d’urgenza che nel tempo hanno assunto una maggiore consistenza, principalmente grazie ai controlli in occasione di realizzazione di opere pubbliche ed infrastrutture, previsti dalle normative. Sistematica è stata invece l’attività di ricerca di superficie operata dal Gruppo Archeologico Ostigliese negli ultimi quarant’anni a cui si deve la raccolta dei reperti e l’individuazione dei siti fruibili in questa mostra.
I reperti riferibili al Neolitico Antico esposti sono per la grande maggioranza in pietra a causa della fragilità della ceramica che viene esposta all’azione degli aratri e degli agenti atmosferici. È pertanto possibile ammirare trapezi (piccole schegge in pietra costituenti la parte tagliente di arpioni), romboidi (probabilmente i primi esempi di cuspidi di freccia), microbulini (scarti di lavorazione), punte a dorso e anelloni in pietra verde; del Neolitico Medio vi sono cuspidi di freccia, grattatoi, troncature, raschiatoi, elementi di falcetto, perforatori, punte, accette, accettine e scalpelli in pietra verde. Per quanto concerne il Neolitico Recente e Finale, a causa della già accennata mancanza di ricerche sistematiche, sono esposti principalmente reperti provenienti dallo scavo condotto dalla Soprintendenza alla Vallona di Ostiglia. Del Neolitico Recente oltre a cuspidi di freccia a tranciante trasversale, ci sono reperti ceramici come frammenti di vasi a bocca quadrata, una presetta bifora e una bella pintadera della cultura VBQ ad incisioni ed impressioni; nella tipica ceramica nero lucida della cultura Chassey-Lagozza ci sono una bella tazza con pastiglia forata, frammento di olla, di tazza carenata, una particolare ansa a nastro verticale apicata e due fusaiole piatte. Del Neolitico Finale significativi sono frammenti di olla decorati con tubercoli e pastiglia e un orlo di vaso decorato con fori non passanti.
Essendo alcuni siti qui esposti del Neolitico rioccupati nella successiva Età del Rame vengono esposti, tra gli altri, un pugnale in selce foliato, cuspidi in freccia e una mezzaluna di selce e un frammento di ascia a ferro da stiro in pietra verde, mentre pertinenti alla Cultura del Bicchiere Campaniforme vi sono frammenti ceramici.
La mostra ha anche ospitato i calchi di due sepolture denominate abitualmente il “Cacciatore Orione con il suo cane” e lo “Sciamano”, arricchiti di ampio apparato divulgativo, pertinenti alla mostra itinerante “Protagonisti di 6000 anni fa. Cronache dal Neolitico Mantovano”.
MOSTRA
Progetto e direzione scientifica
Daniela Castagna
Cristina Longhi
lames Tirabassi
Testi
Fabio Bona
Daniela Castagna
Claudio Cavazzuti
Filippo Maria Gambari
Gigi Giacomazzi
Cristina Longhi
lames Tirabassi
Scavi archeologici e recuperi
Soprintendenza Archeologia della Lombardia,
Società Archeologica Padana
Museo Archeologico di Ostiglia
Gruppo Archeologico Ostigliese
Progetto espositivo
lames Tirabassi
Progetto grafico
Guidi Bazzotti
Composizione
Cristina Longhi
Stampa
Eliocris Srl – Viadana
Allestimento
Elena Ceraico
lames Tirabassi
Mauro Vincenzi
Pro Loco di Revere
CATALOGO
Testi
Cristina Longhi
lames Tirabassi
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